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Relazione Introduttiva: Rosa Anna Genovese
Saluti Istituzionali: Marella Santangelo, Maurizio Di Stefano, Grazia Tucci, Ambra Giglio.
Saggi di: Cristiana Achille, Andrea Cabrucci, Massimiliano Campi, Erminio Paolo Canevese, Antonio De Simone, Francesco Di Stefano, Francesco Fasssi, Lidia Fiorini, Rosa Anna Genovese, Luigi Fusco Girard, Federica Maietti, Eva Savina Malinverni, Luca Rossato, Grazia Tucci.
Il Comitato Scientifico Italiano ICOMOS ‘ Documentazione del Patrimonio culturale’ (omologo di quello Internazionale ‘Heritage Documentation -CIPA’), fondato nel 2011, prosegue il suo percorso di crescita nel solco tracciato da Roberto Di Stefano attraverso il costante e proficuo confronto multidisciplinare tra importanti esperti, professionisti e giovani ricercatori, come testimoniano gli avanzamenti culturali ed i rilevanti contributi scientifici pubblicati in questo volume.
Il tema dell’evento, svoltosi a Napoli, il 5 aprile 2025, nella Sala Vasari del Complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi è stato: ‘Documentazione digitale e contributi multidisciplinari per la conservazione ed il restauro del Patrimonio culturale verso uno sviluppo umano’.
Il Convegno ha avuto come obiettivo quello di sviluppare, attraverso il confronto multi ed interdisciplinare, azioni per la conservazione, il restauro, la tutela e la valorizzazione del Patrimonio culturale, favorendo l’equilibrata transizione, digitale ed ecologica, e promuovendo opere per lo sviluppo, sociale ed umano, a beneficio della Comunità e delle attuali e future generazioni.
L’evento è stato promosso con i Patrocini : del Comitato Italiano ICOMOS (International Council on Monuments and Sites); del Dipartimento di Architettura (DiARC) dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’; dell’Università degli Studi di Firenze (DICEA); dell’Università Politecnica delle Marche (DICEA); dell’Università degli Studi di Ferrara (Dipartimento di Architettura); della Società MicroGeo; della Società Virtualgeo s.r.l.; del Complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi in Napoli.
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Un grande medico, torna alla divulgazione dei suoi studi e delle sue geniali intuizioni dando alle stampe un Sorso della Giannini. “Vaccinologia innata” illustra i meccanismi di funzionamento basilari del sistema immunitario degli esseri viventi. Spiega perché l’organismo è in grado di difendersi e immunizzarsi in maniera naturale rispetto ad eventuali aggressioni esterne, e perché ogni intervento estraneo può avere effetti più indesiderati che altro, se non si tengono in considerazione aspetti della natura costitutiva di ogni organismo. La premessa del discorso è che l’organismo vivente, sia esso animale o vegetale, è un sistema aperto al flusso di informazioni elettromagnetiche che sfruttano molecole chimiche e non è riconducibile ad un sistema chiuso quale quello che si costruisce in laboratorio per studiare fenomeni biologici in condizioni precostituite e controllabili. La fisiologia dell’essere vivente ha come obiettivo il mantenimento di uno stato costante nei parametri vitali (pressione arteriosa, ph , tensione di ossigeno , frequenza cardiaca) e continuerà a perseguirlo nonostante incursioni esterne, che siano malattie o tentati rimedi. VINCENZO D. ESPOSITO è medico chirurgo. Ha una lunga esperienza all’interno di ospedali napoletani, tra cui il Policlinico Universitario di Napoli, nelle divisioni di anestesia e rianimazione, cardiochirurgia pediatrica e chirurgia del cuore. Ha esercitato, dal 1979, come medico di medicina generale dell’Asl campana, continuando a perfezionarsi con specializzazioni in psicologia clinica e psicoterapia, osteopatia, omotossicologia, medicina integrata. Attualmente esercita attività di libero professionista come medico di medicina generale omeopatica, biopsicosomatica e terapia della biorisonanza. È seguito da migliaia di pazienti che, da tutta Italia, lo raggiungono in Campania. Ha pubblicato i libri “L’uomo elettromagnetico” e “Le vibrazioni della buona salute”, entrambi curati da Tiuna Notarbartolo. -
Il bullismo e la sua versione cyber nel nostro paese sono piuttosto diffusi e rappresentano ormai una vera emergenza. Secondo il Report OMS Europa del marzo 2024 il 15% degli adolescenti ha subìto atti di cyberbullismo. Un aumento rispetto al 2018, dal 12% al 15% per i ragazzi, dal 13% al 16% per le ragazze. Ed è probabile si tratti di una sottostima. La rete oggi ha profondamente mutato il tradizionale bullismo, amplificandone la portata,sia nel tempo che nello spazio,con gravi conseguenze anche sulla salute. Infatti, un uso non consapevole della rete può provocare danni fisici e psicologici anche gravi. Inoltre, ciò che preoccupa è l’uso sempre più precoce degli smartphone, se si pensa, per esempio, alla possibilità di delegare all’intelligenza artificiale la lettura di fiabe per far addormentare i bambini, anche in tenerissima età. Un’ipotesi, quest’ultima, inutilmente deleteria considerando che nessuno strumento tecnologico, per quanto sofisticato, potrà mai sostituire il ruolo svolto dalla voce della mamma per la crescita dei bambini. È necessario allora trovare un terreno culturale comune per un nuovo approccio all’educazione digitale, un lavoro difficile, certo, ma necessario, perché ci saranno, in un futuro non lontano, altre tecnologie, più potenti e più invasive che influenzeranno la vita quotidiana non solo degli adolescenti, ma anche dei bambini più piccoli. PAOLO SIANI pediatra, è primario di pediatria all’ospedale Santobono di Napoli, è stato parlamentare nella 18 legislatura e vice presidente della commissione bicamerale infanzia e adolescenza, è stato presidente dell’associazione culturale pediatri. Fa parte del consiglio direttivo della fondazione Giancarlo Siani ed è il responsabile del tavolo infanzia del Comune di Napoli. -
Questo Sorso è composto da tre racconti di architetture, matrimoni e libri ambientati in Campania. Scritti per gioco o per necessità, questi tre testi raccontano come le architetture e i libri siano contenitori di vite, e quindi di emozioni, di sentimenti a volte convergenti a volte contrastanti. Le architetture e i libri disegnano sempre, davanti a noi e dentro di noi, nuove geografie, panorami, quinte sceniche della vita di tutti i giorni. E poi entrambi, sia le architetture sia i libri, spesso ci capitano addosso indipendentemente dalla nostra volontà, o proprio ci inseguono. Così è la fabbrica Olivetti di Pozzuoli per l’operaio Vincenzo Artiaco che vi trascorre la vita; così è il grande condominio dei Ponti Rossi per la giovane Marialivia che lì dentro non vuole andare ad abitarci; così è per il protagonista del terzo racconto, il quale, in un serrato botta e risposta con l’ex-moglie attraverso copertine di libri sul comodino, descrive il tempo della separazione e la prospettiva di una nuova vita, nella quale si troverà comunque a dover fare i conti con la casa e le cose del passato. Sullo sfondo, a tener insieme i tre racconti, c’è la figura dell’architetto che, tra certezze e irrisolutezze, come scrisse un poeta a metà degli anni ’50 del Novecento, prima di essere tale “deve saper essere tante altre cose”. ROSSANO ASTARITA (1962), è di Meta di Sorrento (Na) architetto, dottore di ricerca in Storia e critica dell’architettura, è autore di libri e saggi su Alfonso Gatto, Anna Maria Mazzucchelli, Luigi Cosenza, Roberto Pane, Lamont Young, Adriano Olivetti, Dante O. Benini, tra i quali si segnalano Casabella Anni Trenta, Jaca Book, Milano 2010 e la nuova edizione (e-book) de Gli Architetti di Olivetti, Franco Angeli, Milano 2012. Ha collaborato a mostre e pubblicato in volumi collettanei sull’iconografia urbana. Ha insegnato per numerosi anni Storia dell’architettura all’Università di Napoli “Federico II” e Museologia all’Università degli Studi del Molise, prima di ottenere nel 2014 l’abilitazione scientifica nazionale quale professore associato di Storia dell’architettura e Restauro. Da allora svolge la sola professione di architetto. Per i tipi della Giannini ha già pubblicato La Fabbrica Felice (Giannini, Napoli, 2013). -
Un grande medico, torna alla divulgazione dei suoi studi e delle sue geniali intuizioni dando alle stampe un altro Sorso della Giannini. Questo volumetto affronta il tema della biologia e medicina quantistica, allargando quanto già intuito nel testo “L’Uomo elettromagnetico”. Il sole è elettrico, la terra magnetica, noi, al centro siamo elettomagnetici. Qualunque malattia, prima di arrivare al nostro corpo fisico, entra nel nostro campo magnetico, e lì può essere intercettata e debbellata. La biologia e la medicina quantistica costituiscono i campi di studio che permettono di dare le basi biofisiche, cioè la dimostrazione della esistenza di processi misurabili, ripetibili della materia vivente considerata non solo più soltanto nella sua componente chimica. Gli esseri viventi sono energia materializzata. Il primo passo che bisogna fare è quello di ricostrire la storia di questo processo di acquisizione, di conoscenze e della loro relativa applicazione risalendo agli anni ‘80 del secolo scorso per fare un breve excursus epistemologico. VINCENZO D. ESPOSITO è medico chirurgo. Ha una lunga esperienza all’interno di ospedali napoletani, tra cui il Policlinico Universitario di Napoli, nelle divisioni di anestesia e rianimazione, cardiochirurgia pediatrica e chirurgia del cuore. Ha esercitato, dal 1979, come medico di medicina generale dell’Asl campana, continuando a perfezionarsi con specializzazioni in psicologia clinica e psicoterapia, osteopatia, omotossicologia, medicina integrata. Attualmente esercita attività di libero professionista come medico di medicina generale omeopatica, biopsicosomatica e terapia della biorisonanza. È seguito da migliaia di pazienti che, da tutta Italia, lo raggiungono in Campania. Ha pubblicato i libri “L’uomo elettromagnetico” e “Le vibrazioni della buona salute”, entrambi curati da Tiuna Notarbartolo. Per i tipi della Giannini ha pubblicato “Vaccinologia innata”. -
Il libro In cucina con Afrodite di Luca Pizzonia esplora l’intima connessione tra cibo ed eros, radicata nei bisogni primari dell’essere umano secondo la piramide dei bisogni di Maslow. Con un approccio divulgativo e ironico, il testo attraversa temi come la neurochimica del sesso, le differenze tra sessualità maschile e femminile, e l’uso dei simboli culinari nell’immaginario erotico. Ampio spazio è dedicato agli afrodisiaci, sia nella loro valenza scientifica che culturale, sfatandone i miti e celebrandone il ruolo di complici dell’eros. L’opera si conclude con una selezione di ricette pensate per stimolare i sensi e arricchire il gioco della seduzione.
LUCA PIZZONIA è uno psicologo psicoterapeuta con la passione per la genealogia. È il referente campano di Comilva e socio fondatore di Associazione per il Bambino In Ospedale (Abio) Napoli. È già autore di Videogiochiamo a scuola (Edizioni Psiconline, 2014) e di Dentro il vuoto. Viaggio alla scoperta di sé (Independently published, 2025). -
Lilith, le sue figlie e altre streghe esplora la lunga e tormentata storia delle donne accusate di stregoneria, tracciando un filo conduttore tra le radici mitologiche, la saggezza popolare e le persecuzioni religiose. La narrazione prende avvio dalla figura di Lilith, la prima donna ribelle della tradizione ebraica, per poi concentrarsi sulle janare dell’Italia meridionale, donne sapienti, guaritrice e custodi di antiche conoscenze erboristiche, che vennero demonizzate e perseguitate come streghe. Attraverso un racconto ricco di riferimenti storici e culturali, il testo denuncia le brutalità dell’Inquisizione e le ipocrisie della Chiesa cattolica, offrendo una riflessione sul rapporto tra scienza, superstizione e potere. L’opera collega il passato e il presente, mostrando come le credenze nelle forze occulte e nella magia continuino a vivere sotto nuove forme nella contemporaneità.
ELIO NOTARBARTOLO È ingegnere e uomo di cultura. Ha fondato e diretto il periodico Il Confronto. Insegnante per 40 anni, è stato presidente della FNISM, Federazione nazionale insegnanti. Fa parte di 3C, Coordinamento dei Comunicatori della Cultura. Ha pubblicato nella stessa collana INNO NAPOLETANO A FEDERICO II. Conversazioni sul passaggio a Napoli dello Stupor mundi. Collana Sorsi n. 4 -
L’Endocrinologia pediatrica nasce come disciplina specialistica solo dopo che la Pediatria acquisì autonomia scientifica e didattica a partire dai primi decenni del Novecento. La nascita di questa sub-specialità fu facilitata dagli studi pionieristici di James Gamble, che tra il 1919 e il 1923 esplorò l’equilibrio idro-elettrolitico e acido-base, e dalle ricerche di Lawson Wilkins a partire dal 1935, che fondarono le basi dell’Endocrinologia pediatrica moderna. L’attenzione all’Endocrinologia pediatrica in Italia, con un focus particolare sulle turbe della crescita e della pubertà, si consolidò a Napoli negli anni ‘70 grazie al lavoro di Enrico Tatafiore, che istituì il primo Centro di Auxologia del Sud Italia. Questo volume ripercorre le tappe storiche e gli sviluppi clinici della disciplina, evidenziando il contributo fondamentale di figure illustri come James Gamble, Lawson Wilkins e Enrico Tatafiore, nonché il contesto napoletano che ha avuto un ruolo cruciale nell’affermazione dell’Endocrinologia pediatrica.
SALVATORE DI MAIO è pediatra endocrinologo e auxologo, primario ospedaliero emerito presso la AORN Pediatrica “Santobono-Pausilipon” di Napoli. Laureato nel 1973, ha completato la sua formazione sotto la guida di noti specialisti come i professori Salvatore Auricchio, Armido Rubino e Marco Minozzi, perfezionandosi in Endocrinologia pediatrica con il professor Alfred Tenore. Ha sviluppato significativi studi sull’ipotiroidismo congenito e sull’ipogonadismo, e ha contribuito al trattamento dei problemi neuro-endocrini presso il “Santobono”. Nel 2000 è diventato Direttore della Struttura Complessa di Auxologia e Endocrinologia della AORN “Santobono- Pausilipon”. Nel 2024 ha ricevuto il titolo di “Saggio della Pediatria” dalla Sezione Campania della Società Italiana di Pediatria. -
Questa raccolta di versi è un viaggio emotivo e filosofico attraverso temi come l’amore, la perdita, la solitudine e la ricerca di senso nella vita quotidiana. Le poesie trattano argomenti personali con una profonda introspezione, alternando immagini potenti e sentimenti universali. Lo stile è caratterizzato da un uso frequente di metafore e simboli religiosi, richiamando un dialogo interiore con Dio e figure familiari scomparse. Il libro è ricco di metafore evocative, immagini fortemente simboliche, e figure retoriche spontanee come le anafore. L’enorme trasporto di una grande mente e un grande spirito affidato alle sue parole più immediate, risuonano esperenzialmente ed emotivamente con i lettori.
VINCENZO D. ESPOSITOè medico chirurgo. Ha una lunga esperienza all’interno di ospedali napoletani, tra cui il Policlinico Universitario di Napoli, nelle divisioni di anestesia e rianimazione, cardiochirurgia pediatrica e chirurgia del cuore. Ha esercitato, dal 1979, come medico di medicina generale dell’Asl campana, continuando a perfezionarsi con specializzazioni in psicologia clinica e psicoterapia, osteopatia, omotossicologia, medicina integrata. Attualmente esercita attività di libero professionista come medico di medicina generale omeopatica, biopsicosomatica e terapia della biorisonanza. È seguito da migliaia di pazienti che, da tutta Italia, lo raggiungono in Campania. Ha pubblicato i libri “L’uomo elettromagnetico”, e “Le vibrazioni della buona salute”, per la stessa collana “Sorsi”, “Vaccinologia innata” e “Siamo quanti di luce”, tutti a cura di Tiuna Notarbartolo.
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Il libro appartiene al genere narrativa biografica e memorialistica, con una forte componente di impegno civile. Racconta la vita di Simonetta Lamberti, bambina di 11 anni uccisa dalla camorra il 29 maggio 1982 in un attentato al padre magistrato. Il testo si snoda tra memorie familiari, scritti della stessa Simonetta e testimonianze dirette, offrendo un ritratto intimo e commovente della bambina e del dolore della madre, Angela Procaccini. Il linguaggio è intimo, toccante e riflessivo, con un alternarsi tra narrativa, poesia e saggistica. L’autrice utilizza uno stile profondo e delicato, rendendo il testo accessibile a un pubblico ampio, pur affrontando tematiche dolorose e complesse. “Sono Simonetta” è un libro potente e necessario, che non solo racconta una tragica vicenda, ma diventa strumento di memoria e denuncia. Un testo che merita attenzione sia per il valore storico che per il forte impatto emotivo e civile.
ANNA COPERTINOè redattore capo della testata giornalistica web RoadTv Italia. Ha curato Un giorno per la Memoria, antologia (Homo Scrivens, 2018) in ricordo di ventotto vittime innocenti di mafia, con la quale ha ricevuto diversi Premi. Per il lavoro svolto nella realizzazione e promozione del testo Maradò, Viaggio Emozionale nella Napoli di Maradona, ha ricevuto il Premio Amo Napoli 2022.
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Cosa può unire Marcel Proust, maestro dell’interiorità e della memoria, e Ian Fleming, padre del più iconico agente segreto della cultura pop? In Alla ricerca dell’Agente perduto, Francesco Bellofatto traccia un ponte originale tra due universi apparentemente lontanissimi, proponendo un confronto colto, ironico e sorprendente tra l’“uomo ferito” della Recherche e l’“agente letale” con licenza di uccidere. Attraverso una lettura simbolica e psicologica della saga cinematografica di James Bond – in particolare quella interpretata da Daniel Craig – Bellofatto individua rimandi proustiani, freudiani e nietzschiani che rivelano la profonda stratificazione culturale del mito di 007.
Francesco Bellofatto è giornalista professionista, docente universitario ed esperto di comunicazione culturale. Ha diretto redazioni, emittenti, festival e uffici stampa per istituzioni di rilievo come il Teatro di San Carlo, la Mostra d’Oltremare, il Festival Pucciniano. Scrive per le riviste de Il Sole 24 Ore, fa parte del Coordinamento dei Comunicatori della Cultura (3C) e presiede la Commissione Cultura dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. È autore del saggio Bondology, dedicato all’immaginario di James Bond, e di altri studi sull’economia della cultura e le dinamiche sociali.
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L’arte della sfogliatella è un saggio affascinante e profondamente personale, nel quale Pietro Spirito intreccia la storia di uno dei dolci simbolo di Napoli con le memorie private, i mutamenti sociali, e le trasformazioni culturali di una città complessa. Seguendo il filo fragrante della sfogliatella — dalla Santarosa delle monache amalfitane alla sfogliatella frolla e riccia di Pintauro — l’autore accompagna il lettore in un viaggio che attraversa secoli di storia, ricette, tradizioni, invenzioni e metafore. Il libro si muove con agilità tra la narrazione storica, il reportage gastronomico e la riflessione identitaria, diventando così molto più di un semplice omaggio al celebre dolce: è un racconto dell’anima partenopea.
Pietro Spirito è docente di Management delle Infrastrutture presso Universitas Mercatorum e di Economia Applicata presso l’Università Pegaso. Ha dedicato il suo impegno professionale nel settore dei trasporti. Ha pubblicato di recente Il nuovo capitalismo della mobilità (Guida 2022), La digitalizzazione del lavoro (Guida 2023) Na tazzulella ‘e cafè, miti e riti dell’elisir napoletano (Giannini 2024).
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La Terra dei Giochi raccoglie due brevi favole.
La prima, spiega con delicatezza l’attualità ai bambini. La piaga della Terra dei fuochi è infatti raccontata con il linguaggio, i colori e le metafore dei più piccoli.
Il messaggio positivo che se ne trae è l’unione fa la forza.
Un omaggio è dedicato a due icone della lotta ai roghi tossici, ossia a don Maurizio Patriciello e alla giornalista Nadia Toffa, scomparsa prematuramente.
La seconda, Super Luce, illustra l’importanza della raccolta differenziata, del riciclo dei materiali e delle energie alternative, valorizzando le diversità, l’accettazione dell’altro e il rifiuto del bullismo.
Stefano Esposito è un Ufficiale del Corpo di Commissariato dell’Aeronautica Militare. Fa parte di 3C, il coordinamento dei comunicatori di cultura. Ha pubblicato diverse poesie, tra cui una dedicata alla figlia Sara, dal titolo “A MANI GIUNTE”, vincitrice della IV edizione del premio SIPES; i romanzi “La matematica del metafisico” e “Verità, Giustizia e Libertà”.
Martina Russo, studentessa del liceo artistico nonché ballerina e nipote dell’autore, ha curato le illustrazioni.
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Le strade che siamo è un’opera prima, nata nell’ambito del contest letterario del Premio Elsa Morante dedicato alle scuole. Questa raccolta comprende tre racconti, ognuno legato da un tema comune e universale: il viaggio. Ma non si tratta semplicemente di spostamenti geografici; qui il viaggio è soprattutto interiore, simbolico, esistenziale. I protagonisti delle storie intraprendono percorsi che li condurranno lontano non solo nello spazio, ma dentro se stessi, alla scoperta di ciò che sono, di ciò che desiderano, e di ciò che li lega agli altri. Belluca e Lorenzo sono due anime inquiete, sospese tra la quotidianità opprimente e un desiderio irrefrenabile di libertà e realizzazione. I loro viaggi, reali o immaginari, diventano strumenti per inseguire la felicità, per rompere le catene dell’abitudine e riconquistare un senso profondo dell’esistenza. Psyche, invece, si ritrova improvvisamente catapultata in un mondo altro, diverso da quello che conosce. È in questo spazio “altro” che comincia un percorso di riscoperta, in cui ogni passo è una sfida alla propria identità, ogni incontro una possibilità di rinascita. Il suo viaggio non ha una direzione precisa, ma la conduce verso una comprensione più autentica di sé stessa. Infine, c’è Dorothy, la cui storia ci ricorda che anche nei momenti più difficili – quando tutto sembra perduto – un nemico può rivelarsi un alleato prezioso. Il suo viaggio è quello dell’empatia e della trasformazione del conflitto in opportunità, della paura in fiducia. Attraverso stili e atmosfere differenti, i tre racconti esplorano le molteplici forme che può assumere il cammino umano. Viaggi dell’anima è una raccolta che parla a chiunque abbia mai sentito il bisogno di partire per ritrovarsi, di perdersi per cambiare, di incontrare l’altro per comprendere se stesso.
Giulia Verde ha 16 anni e frequenta il liceo classico Francesco Durante di Frattamaggiore. Da sempre appassionata di lettura e scrittura, ama immaginare storie che spaziano tra mondi reali e fantastici. Coltiva il sogno di diventare scrittrice sin da bambina.
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Tutto ha inizio nella discarica di Zubalandia, dove Jack e Robin, due esploratori animali uniti da una profonda amicizia, affrontano insieme pericoli e ostacoli. Una scoperta inaspettata — una base militare e un razzo spaziale — li catapulta nello spazio, dando inizio a un viaggio sorprendente. Tra pianeti sconosciuti, labirinti, esseri oscuri e dimensioni parallele, i due amici lottano per la sopravvivenza, aiutati da nuovi alleati come il cane Rotola. Dovranno affrontare eserciti di anime malvagie e superare le proprie paure per cercare la verità dietro alle anime rubate. Una storia avvincente che fonde amicizia, coraggio e mistero, lasciando aperta la porta a nuove sfide e avventure. Un racconto che stimola la fantasia e tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Francesco Russo Studente della scuola Media Belvedere di Napoli, ha già mostrato un grande talento per la scrittura creativa. Ha partecipato con entusiasmo al Premio Elsa Morante, distinguendosi per la sua capacità di costruire mondi immaginari e storie avventurose capaci di coinvolgere lettori di ogni età. Jack & Robin è la dimostrazione della sua vivace fantasia e del suo amore per i racconti pieni di sorprese, amicizia e coraggio.
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In un villaggio silenzioso ai piedi di una montagna, Isabel e Matteo scoprono un rifugio prezioso sulle rive di un lago incantato. Ad attenderli, due creature speciali: un fenicottero rosa e una tartaruga dal passo lento. Il Flamingo e la Tortuga non parlano, ma insegnano molto. Tra silenzi pieni di senso e paesaggi che sanno di poesia, i protagonisti imparano il valore dell’attesa, il senso della libertà e la forza silenziosa dell’amicizia. È un racconto di crescita e scoperta, dove ogni incontro è un dono e ogni passo è un frammento di vita. Una narrazione che rallenta il tempo per far emergere ciò che conta davvero: il cambiamento, l’ascolto e la magia delle piccole cose. Una storia dolce e intensa, capace di toccare il cuore di giovani e adulti, come un tramonto che resta dentro.
Giulia Tagliamonte Nata a Napoli nel 2011, è una giovane studentessa del Liceo Artistico Palizzi e una promessa della narrativa contemporanea. Ha pubblicato il suo primo libro a soli 12 anni e ha partecipato al contest “Pubblica con il Morante”. Appassionata di scrittura, ama raccontare emozioni e storie che parlano al cuore, con uno stile sensibile e autentico.
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In questo saggio provocatorio e profondamente umano, si indaga il delicato equilibrio tra giustizia e potere, tra colpa collettiva e responsabilità individuale. Senza alcuna intenzione di assolvere i crimini del Nazismo, l’autrice solleva un interrogativo scomodo ma necessario: può una giustizia esercitata solo dai vincitori definirsi davvero imparziale? Attraverso la lente del dopoguerra e dei processi di Norimberga, il testo invita a riflettere su un termine tedesco intraducibile – Fremdschämen – che esprime la vergogna provata per le azioni altrui, e che ben descrive lo smarrimento morale di un’intera nazione dopo l’orrore. Ma lo sguardo si allarga: chi giudica i crimini di chi ha vinto? E cosa ci insegna davvero la storia delle guerre, se non che troppo spesso esse nascono non per ideali, ma per sete di potere e interessi economici? Un richiamo lucido e appassionato alla responsabilità politica e alla necessità di un’etica condivisa tra i popoli, affinché la pace non resti un’utopia e la democrazia non si riduca a una parola vuota.
Anna Elisabetta Graziano è nata a Napoli il 4 settembre 2006 e attualmente frequenta il quinto anno del liceo classico. Durante il percorso scolastico ha sviluppato una forte passione per la filosofia e la storia, che continuano a suscitare in lei profonda curiosità. Fin da piccola ha mostrato grande interesse per la lettura, la scrittura, il disegno e la fotografia. Questo saggio rappresenta il suo esordio editoriale, frutto di un lavoro di riflessione coraggioso, critico e maturo.
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365 giorni da ricordare tra celebrazioni e commemorazioni. A un passo da voi racconta ai bambini la favola della vita. Attraverso le giornate speciali li accompagna lungo un percorso che li porterà ad affacciarsi sul mondo degli adulti. Nasce da un’autrice che è anche educatrice e giornalista, e che nella sua scuola raccontafavole su temi scottanti come la violenza sulle donne o la giornata della memoria. O temi che abbracciano il mondo del sociale: la giornata dei diritti dei bambini o della gentilezza. O che puntano ad esaltare la diversità: i calzini spaiati. E ancora che guardano da altre prospettive le “feste” dedicate ai nonni, ai papà, alle mamme. La giornata della festa dell’albero che coincide con quella della Tv. Le tre giornate della merla. La giornata dello studente. Tutte animate da personaggi che parlano il linguaggio dei bambini, ma che al tempo stesso lo riempiono di colori, di sfumature, di arcobaleni, di albe e di tramonti. A un passo da voi è luce che illumina il buio, è speranza che s’insinua nella delusione. È il sunto della nostra società raccontata ai bambini, tra quello che siamo stati, quello che siamo e quello che vorremmo essere. È il sogno di un bambino e dell’adulto che sarà. A un passo da voi è il sogno di un adulto che non ha mai dimenticato di essere bambino. SONIA LIBICO Giornalista, esperta di comunicazione, scrittrice, insegnante e coordinatrice della scuola dell’infanzia paritaria “Biricchinopoli” di Catanzaro, asilo nido autorizzato e scuola materna paritaria. Biricchinopoli è un modello innovativo applicato, il primo asilo bilingue (italiano e inglese) nel capoluogo di regione. In questo ambiente l’autrice ha utilizzato le favole come strumento pedagogico per trattare con i piccoli argomenti da adulti, con l’obiettivo primario di creare coscienze civiche fin dalla tenera età. -
Storia di una ragazzina sensibile e tanti cagnolini da salvare Una storia vera che sembra una favola a lieto fine di umani molto sensibili e amici a 4 zampe che trovano salvezza. I protagonisti di questo libro sono bambini e cagnolini e l’enorme empatia di cui gli essere umani possono essere pure capaci. Durante i suoi viaggi all’estero l’autrice ha tratto l’ispirazione per questa “Favola Vera”. Il racconto, rivolto a un pubblico di bambini dai 5 ai 10 anni, è un adattamento fiabesco di storie realmente accadute a cagnolini, ciascuno con volti, nomi e vissuti profondi. Tutti i personaggi, sia umani che animali, sono reali e il libro mira a far emergere la preziosa consapevolezza del rispetto per il mondo animale, offrendo ai lettori un insegnamento volto alla sensibilizzazione, affinché le buone intenzioni possano trasformarsi in azioni concrete. ADA GIORGIA MANDRIOTA nata a Milano nel 1972 e residente in provincia di Pavia, è madre di tre figli e lavora nel settore internazionale, “La favola vera” è il suo primo libro. -
La raccolta di racconti “Le Solitarie” è una delle opere più rappresentative della letteratura femminile del XX secolo. Diciotto novelle che sono racchiuse nel primo libro pubblicato da Ada Negri nel 1917. Il tema è quello della condizione femminile tra fine Ottocento e inizio Novecento con la rappresentazione della condizione femminile dei ceti operai e medioborghesi nella provincia lombarda. L’oppressione dal lavoro, dagli uomini e dalla miseria viene descritta attraverso questi diciotto ritratti di donne, raccontati con poesia, verismo e passione. “Solitarie” che, purtroppo, non sono mai sole, ma sono figlie, mogli, sorelle eternamente legate alla casa e alle sue necessità. Pezzi di vita di stiratrici, servette, maestre, operaie, vite difficili, segnate dalla fatica e dagli stenti. Un’opera che costituì all’epoca uno dei primi manifesti di un femminismo ancora in incubazione, attraverso la denuncia del disagio, dell’emarginazione e delle frustrazioni delle donne. Un libro che narrava con coraggio le difficoltà del nascere donna, con la “fatalità” di una grande debolezza. Grazie al grande successo editoriale dell’epoca, “Le Solitarie” fu un libro che mosse e muove ancora le coscienze, oggi considerato un grande classico della narrativa di genere. ADA NEGRI È nata a Lodi il 3 febbraio 1870 e morta a Milano l’11 gennaio 1945. Poetessa e scrittrice è ricordata anche per essere stata la prima e unica donna a essere ammessa all’Accademia d’Italia. Di umili origini, diventa insegnante elementare e poi, ad honorem, di scuole medie. Pubblica la raccolta di Fatalità nel 1892, nel 1894 vince il “Premio Giannina Milli” per la poesia, e pubblica una seconda silloge poetica Tempeste, in cui tratta tematiche sociali. In questo periodo è vicina al Partito Socialista. Nel 1896 sposa l’imprenditore Giovanni Garlanda ed ha una figlia, Bianca. Nel 1904 pubblica la raccolta di poesie Maternità, e nel 1910 Dal profondo: opere caratterizzate da maggiore introspezione. La distanza sociale tra Ada e Giovanni porterà il matrimonio a franare rapidamente: si separeranno già nel 1913, anno in cui Ada si trasferisce a Zurigo. Qui scrive la raccolta di poesie dal titolo Esilio. Rientra in Italia nel 1914, e si riconosce nel riformismo di Mussolini. Lavora come giornalista dal 1914 al 1926. Nel 1917 pubblica una prima opera in prosa, una raccolta di novelle intitolata Le solitarie e nel 1921 il romanzo Stella mattutina. -
Gianburbero è l’uomo più temuto nel paese. Quando nasce suo figlio esprime il suo più grande desiderio: da grande dovrà essere più bravo … anzi no più cattivo di lui. Suo figlio, però, mostra da subito un grande difetto. È gentile e, soprattutto, ama studiare. Gianburbero si impegnerà per cambiare il figlio ma i suoi insegnamenti si riveleranno buffi quanto inutili. Seguirà un paradossale rapimento, a opera di Gianburbero di un bambino figlio del macellaio del paese, ma gli esiti saranno tutt’altri rispetto a quelli auspicati dal goffo criminale. Suo figlio, non solo salverà la situazione dimostrando come sia possibile cambiare rispetto al contesto di appartenenza, ma imparerà anche a leggere e scrivere grazie all’amicizia con il bambino rapito. Il finale è a sorpresa e confortante, come nei più bei cartoni animati o nelle canzoni per bambini. Lo stile è allegro, leggero, giocoso e pieno di insegnamenti di vita e mai a senso unico: vanno dai padri ai figli ma ancora di più dai figli ai padri. Che sanno insegnare bene quanto ci sia modo e speranza per essere migliori.
CARMINE SPERA è nato a Castellammare di Stabia il 28 marzo 1969. Dedica gran parte del suo tempo libero alla scrittura e alla composizione musicale rivolta al mondo dell’infanzia. Dal 2010 a oggi ha composto molti brani che hanno partecipato allo “Zecchino d’oro” trattando argomenti molto delicati come gli stereotipi di genere (Un principe Blu), il riciclo dei rifiuti (Bartolo il barattolo) e la dislessia (L’ Anisello Nunù che sul canale you tube ha superato 100 milioni di visualizzazioni). Nel 2022 è tra gli autori del brano “Bla bla bla” che ha rappresentato l’Italia al Junior euovison contest svoltosi in Armenia e trasmesso in Eurovisione. Nel 2013 si classificò secondo alla X edizione del concorso letterario nazionale “il Racconto nel cassetto” per la sezione racconti per ragazzi con “Shirikirikiri Mago Arturo e la sua formula magica” pubblicato da Edizioni Cento Autori. Nel 2015 la casa editrice Eli La spiga pubblica il racconto Topodomani”, che sottolinea l’importanza dei punti di vista e del mettersi nei panni dell’altro. -
Questo breve romanzo ripercorre le vicende di una coppia di innamorati che sfidano le convenzioni del piccolo centro in cui si trovano a vivere. Per una serie di motivi che il lettore scoprirà leggendo, la bambina frutto dell’amore contrastato verrà allontanata dalla famiglia di origine con enorme dolore per i protagonisti della vicenda. La storia parla di famiglia, amore, odio, litigi, equivoci ed incomprensioni. È la vicenda di una delle tante famiglie di oggi, di ieri e di domani, che percorre una cronologia ben definita che inizia e finisce con una nascita. Vi si svelano dinamiche di potere ma anche di amore sullo sfondo di un’isola che specialmente nell’epoca in cui è ambientato il romanzo, era particolarmente pittoresca. Il romanzo si snoda infatti sullo sfondo di una Procida consueta, gretta e piccolissima che consentirà, nonostante tutto, all’io narrante di costruire una propria vita completa, appagante e felice. Il linguaggio è intimo e diretto, con una forte carica emotiva. L’autrice utilizza uno stile lineare e riflessivo, alternando descrizioni dettagliate a momenti di introspezione. Il tono è sentito e autentico, e coinvolge il lettore nel viaggio attraverso le dinamiche di questo piccolo centro, tanto più universale tanto più appare personale e provinciale.
MARIA ROSARIA DI STEFANO nasce a Procida nel 1955, figlia di un professore e di una casalinga. Porta avanti gli studi umanistici e si laurea a pieni voti presso l’Università ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli. In seguito persegue gli studi e le abilitazioni che le consentono, dopo un anno di prova nella città di Padova, di diventare docente negli istituti superiori. Oggi vive tra Roma e Procida. “Quando il tempo è cattivo” è la sua opera prima.