Descrizione

Il giovane perito tecnico Vincenzo Artiaco entra a lavorare all’Olivetti di Pozzuoli, dopo aver sostenuto un innovativo colloquio con il selezionatore del personale, il sociologo Ottiero Ottieri. Lì trascorre le sue giornate di operaio, in una fabbrica “modello”, circondata da spazi verdi, dotata di servizi culturali e socio-assistenziali. Lavoratore coscienzioso fino alla pensione, Vincenzo trova un modo, molto meridionale, per mostrarsi grato a coloro che, a suo giudizio, gli hanno “risolto” la vita. In questo scritto breve, a metà tra il saggio e il racconto, Rossano Astarita, già autore di una monografia e di alcuni articoli sulla vicenda di Adriano Olivetti e sul suo rapporto con l’architettura, ha intessuto una microstoria immaginaria, ma verosimile, sullo sfondo della Napoli degli anni ’50, della politica industriale del Mezzogiorno e, naturalmente, dello stabilimento Olivetti di Pozzuoli, la fabbrica felice.