Descrizione

La storica cornice di Castel Nuovo, prestigiosa sede della Società Napoletana di Storia Patria, vide riuniti, alla presenza di S.E. il console di Francia Monsieur Cousin, un folto numero di studiosi intorno ad un tema di carattere squisitamente culturale, L’idea dell’Antico nel Decennio francese. Il terzo seminario sul “Decennio francese” concluse il primo anno di attività del Comitato, anno che si era aperto con un primo seminario, in gennaio, ideato da Anna Maria Rao e intitolato: “Cultura e lavoro intellettuale: istituzioni, saperi, professioni nel Decennio francese”, e un secondo seminario, progettato da Luigi Mascilli Migliorini, tenutosi ad Avellino in aprile, su di un tema prevalentemente storico-politico, “Tra Europa e Mediterraneo. Il Regno di Napoli nel sistema imperiale napoleonico”. Quello, di cui si oggi si pubblicano gli Atti, fu il terzo di una serie d’incontri che si sarebbero articolati lungo l’arco di un triennio cominciato nel 2006, anno del bicentenario dell’arrivo a Napoli di Joseph Bonaparte. Incontri che, sotto forma di seminari e convegni, continuarono nei due anni successivi su tematiche prevalentemente di storia politica, militare, amministrativa. Seminari di studio e di ricerca pensati come tessere di un mosaico, poste a configurare una serie di temi caratterizzanti e significativi per valutare la portata storica del Decennio in questione. Un mosaico formato da tessere correlate e indipendenti insieme, ma assai rappresentative, che furono utilizzate come fondamenta per architettare un ampio convegno, con il quale si conclusero le attività del primo triennio del Comitato nazionale, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali. Con la soddisfazione e la consapevolezza di aver avviato, con i primi due seminari, un proficuo confronto interdisciplinare su un tema di respiro socio-culturale, ci incontrammo, molti degli stessi studiosi, con colleghi e ricercatori più giovani, per dar vita al terzo seminario; con la speranza che potesse suscitare lo stesso animato interesse dei primi due, questa volta affondando l’acceleratore in un circuito strettamente culturale, in senso artistico, archeologico e come storia del gusto e del collezionismo.