La collana “Transizioni. Stratigrafie linguistiche tra latino e romanzo” pubblica studi sui processi attraverso cui il latino si è venuto trasformando nei volgari romanzi nella loro fase più antica. L’area di ricerca che concerne queste tematiche si estende su un arco cronologico che affonda le radici in diversi strati di latinità, arcaica, classica e soprattutto tarda, e si proietta sulle varietà romanze antiche. Si tratta di un’area di ricerca che include sia approcci diacronici che sincronici, entrambi basati in special modo su impostazioni che considerino i diversi strati cronologici, le specificità areali e i dislivelli stilistici delle strutture esaminate. La prospettiva generale è quella di uno studio delle continuità e discontinuità che hanno contrassegnato la lunga e complessa trasformazione del latino nei volgari romanzi e la loro ricca simbiosi. Questa concezione, che si potrebbe definire stratigrafica a largo spettro, presuppone una visione integrata del latino e del romanzo nelle loro diverse articolazioni, obiettivo che pone problemi di non facile soluzione per la dimensione interdisciplinare necessariamente implicata. Entrano infatti in gioco temi di storia interna ed esterna della lingua latina e delle varietà romanze, di ecdotica, codicologia ed epigrafia, e le ineludibili questioni teoriche della variazione e del cambiamento linguistico, che in questo campo di indagine assumono aspetti di particolare rilievo. Per queste ragioni la collana intende proporsi come punto di incontro e occasione di dialogo tra specialisti di diversa formazione e di diverso orientamento teorico e metodologico. Si propone inoltre di ospitare studi e ricerche che siano un banco di prova per teorie e metodi. Al centro dell’interesse è la riflessione su problemi di diacronia e sincronia a partire da testi di rilevanza linguistica nel senso più ampio del termine (documentali, epigrafici, letterari), ma sono bene accetti anche contributi che, a partire da temi di grammaticografia, lessicografia, toponomastica, e dall’edizione di testi, pongono questioni di portata più generale. L’arco cronologico considerato di maggior pertinenza abbraccia i secoli IV-XII, particolarmente densi di trasformazioni linguistiche, ma non è escluso il ricorso a indagini su fasi cronologiche più antiche o recenti quando il tema trattato lo richieda.