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Un ex Garante dei diritti degli animali, il primo del centro sud, una figura nuova che ha cambiato molte cose nel campo dei rapporti tra volontariato e istituzioni, si prende un momento sabbatico a una fiera dei fiori nell’Orto Botanico della sua città. Ma, mentre respira aria pulita tra le rose, una fotografia di orrore la raggiunge sul telefonino: in tempo reale, due volontarie hanno trovato una cagnolina nelle mani di due malfattori con un coltello tra le mani. Comincia da quel momento un percorso di “sanificazione” della cattiveria umana, fatto di cura, di amore, di conoscenza e soprattutto di rispetto tra due specie diverse ma simili in tante cose. Una storia vera che ha fatto il giro d’Italia toccando i cuori di moltissime persone. STELLA CERVASIO Stella Cervasio, per quarant’anni vicecaposervizio di “Repubblica”, prima cronista poi critico d’arte, ha lavorato a Milano, a Roma e a Napoli senza mai perdere i contatti con le proprie radici di studiosa di antichità e di arte e con i diritti degli animali, di cui è attivista da anni, presiedendo l’associazione nazionale Animal Day Aps. Ha scritto per Giannini il “Sorso”, “Babas, memorie di un cane rosso” dedicato a un altro suo cane speciale che le ha insegnato molto della vita.
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Leonardo Di Mauro Professore Ordinario di Storia dell’architettura dal 2001 (in quiescenza dal primo novembre 2018) presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Direttore dal novembre 2004 all’ottobre del 2010 del Dipartimento di Storia dell’architettura e Restauro; negli stessi anni membro del Senato Accademico e poi del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo Federiciano; per un breve periodo tra il 2005 e il 2006 Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città europea dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dal 1994 al 2014 è stato anche docente presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa. Presidente dal 15 ottobre 2018 e fino al 2022 dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia. La sua attività di ricerca, oltre che alla Storia dell’architettura propriamente intesa, si è rivolta in altre due direzioni: la Storia urbana dell’Italia Meridionale e della Sicilia, l’Immagine della città e del paesaggio attraverso le relazioni dei viaggiatori, le guide e le vedute con particolare attenzione a Napoli e al paesaggio della Campania. Socio dal 1998 della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli nell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di cui è attualmente Segretario. Presidente della sezione Campania dell’Istituto Italiano dei Castelli. Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione culturale Ezio De Felice. Membro del Consiglio scientifico del Palazzo Reale di Napoli. Mario Guarino - DiARCH – Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli “Federico II” - Professore aggregato di Economia ed Estimo ambientale (dal 2006-07 al 2009-10) - Docente a contratto presso il Master di II livello in Progettazione e pianificazione sostenibile delle aree portuali per gli insegnamenti di Valutazione economica dei piani e progetti (2010/11) e di Valutazione d’impatto immobiliare dei piani e progetti (2012/13) La conoscenza della pianificazione in Gran Bretagna attraverso un viaggio di studio nelle New Towns (Urbanistica e pianificazione in Gran Bretagna, Giannini Editore, 1973) e la partecipazione ad un concorso per la redazione del PRG di Minturno – 1° premio – (Minturno l’infrastruttura urbana e i lineamenti di piano, estratto da Rassegna ANIAI, n. 3-4, 1980) sono rilevanti nella sua formazione. Ha, poi, orientato i suoi interessi alla disciplina dell’Estimo. Tra le sue pubblicazioni: Il costo del recupero edilizio. Procedimenti di stima misti (Arte Tipografica, 1996); La stima dei prezzi edonici nel centro antico di Napoli (Giannini Editore, 2007); I prezzi edonici a Napoli nell’area di Chiaia (Giannini Editore, 2009); La stima del valore d’uso degli spazi pubblici nelle aree urbane («Aestimum», n. 63, dicembre 2013); Il valore del paesaggio a Posillipo tra ambiente naturale e costruito («Aestimum», n. 71, dicembre 2017); Nel ricordo di Corrado Beguinot (Collana ricerca e documentazione. Fondazione Aldo della Rocca, vol. 8, Aracne, 2019, pp. 169-171).
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Gioconda Marinelli traccia un ritratto vivace, approfondito e appassionato della vita e dell’opera di una delle grandi scrittrici del Novecento. Fabrizia Ramondino (1936-2008) nata a Napoli, trascorse parte della sua infanzia in Spagna e viaggiò spesso in ogni luogo, esperienza che ha avuto un peso nella sua formazione culturale. Il suo primo romanzo, “Althénopis” (1981), la consacrò come voce originale della letteratura italiana. Tra le sue opere più importanti si ricordano “Un giorno e mezzo” (1988) e “L’isola riflessa” (1998). Ramondino fu anche attivista politica, impegnata nelle lotte per i diritti civili. La sua scrittura affronta temi come la memoria, il disagio mentale, l’identità e le dinamiche familiari, con un forte ancoraggio alla realtà sociale del Mezzogiorno italiano. GIOCONDA MARINELLI Gioconda Marinelli è nata ad Agnone nel Molise, vive e lavora a Napoli. Naturalista e biologa, scrittrice e giornalista. Ha scritto libri di poesie introdotti da Maria Luisa Spaziani e Dacia Maraini. Ha pubblicato biografie di artisti tra cui quelle di Luisa Conte, Tina Pica, Katia Ricciarelli; Mirna Doris e Mario Lanza (con Pietro Gargano); Miranda Martino, Sandra Milo e Anna Campori (con Angela Matassa); saggi su Michele Prisco, Maria Orsini Natale, Sibilla Aleramo e Dacia Maraini.
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Questo libro non è per tutti. È per quelli che nel tormento del dubbio sentono la libertà come passione. E catene arrugginite sono quei presunti valori che in una società massificata vengono imposti ai suoi membri, ignari o consapevoli, e da questi accettati come fuga da responsabili scelte e rinunzia ad esercitare ogni spirito critico. È questo il filo rosso che unisce queste pagine, per offrire uno spazio di libertà a tutti quelli che l’ossessiva propaganda dei media obbliga ad avere e manifestare pensieri e sentimenti comuni alla massa. Sono dunque pagine di costume, i costumi correnti fra gli italiani, ma senza aspirazioni a diagnosi sociologiche. Temi come ambiente, meritocrazia, linguaggio, libertà, menzogna, apparirebbero di per sé troppo vasti se non fossero illustrati come personali punti di vista dell’autore. Pervase dunque di ironia e svagatezza, pur nel frequente richiamo a classici del pensiero e della poesia, esse intendono fornire al lettore altrettante occasioni di autonoma riflessione, al di là di ogni eventuale condivisione. GERARDO RUGGIERO Studioso della cultura del Mezzogiorno, e in particolare di Gaetano Filangieri, da tempo è impegnato nell’indagare le radici di comportamenti e fenomeni che tuttora caratterizzano società e istituzioni di questa parte d’Italia e non solo.
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Piera è un’ispettrice di polizia, ma è anche la vedova di Donato, agente di scorta ucciso insieme al magistrato che proteggeva. Col magi- strato muoiono sua moglie ed una delle sue figlie. Patrizia Copertino è un’operatrice sociale che, insieme a tutti loro, non smette di lottare contro la violenza della camorra e le ingiustizie del mondo. Lo fa col suo compagno di vita, anziano professore con cui fonda i centri di accoglienza e recupero Nest e Together. Un intreccio di personaggi compiuti, coerenti, forti, che dipanano le loro vicende umane nell’arco di un romanzo dalla grande tensione morale e dalla coinvolgente struttura narrativa. Un tema su tutti, quello del perdono. Perdonare significa non lasciare decidere la rabbia e la sofferenza al posto nostro. È disobbedire al dolore che ci chiede vendetta attraverso un atto di riconciliazione con noi stessi e con il mondo circostante. Un processo che prevede ed ammette il fallimento del nostro ed altrui agire. In questo senso, ci piace parlare di perdono, pensandolo come un regalo che facciamo a noi e agli altri, sgombrando dal nostro cuore il veleno di certe riflessioni ‘tossiche’ e di certe esperienze negative. Nel romanzo della Costabile c’è spesso l’emozione dell’incontro, il battito d’ali di quando intercettiamo, nei momenti più impensabili della nostra vita, persone di buona volontà. Al romanzo segue una sezione di approfondimenti saggistici dedicati al tema del perdono nelle sue molteplici accezioni.GIANPAOLA COSTABILE Ha esordito pubblicando per Rogiosi Napulera e Un Borbone per amico. A questi seguono testi di narrativa etica: Educare alla legalità, C come camorra, con prefazione di don Luigi Ciotti, e 70 ma non li dimostra, sulla Costituzione Italiana. Oltre a Compassione, libro di saggistica edito da Europa Edizioni, ha pubblicato insieme a Daniela Cirillo Lo zaino della memoria (ESI) con prefazione di Roberto D’Agostino e Shoah e pietre d’inciampo. Intrecci di storia tra i vicoli e le calli (La Valle del Tempo) con prefazione di Viola Ardone. Sul tema della memoria al femminile Donne-Madonne (ESI), con prefazione di Maurizio De Giovanni. Molti dei suoi racconti, selezionati in diversi contest letterari, sono pre- senti in svariate raccolte miscellanee.
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Il libro di Dario è un vero e proprio diario di un autistico che sorprendentemente rivela un mondo interiore che non si immagina esista. Da questo diario, all’avanguardia, rivoluzionario, illuminante, si comprende come gli autistici siano palazzi senza finestre all’interno dei quali c’è una vita piena di energia di senso e di attività. La sindrome autistica oggi colpisce sempre più bambini, che vi rientrano a vari gradi. Non se ne conoscono ancora le ragioni o le cause, né cosa avviene nel segreto del loro mondo così apparentemente lontano dal circostante. Autismus, deriva del greco αὐτός «stesso», perché coloro che ne sono interessanti, restano in un mondo tutto loro, con poche possibilità di uscirne, di relazionarsi con l’esterno. Resta l’esigenza di raggiungerli in questo margine, cercando il modo di non lasciarli soli, né prima, né durante, né dopo.
L’editore ha scelto di pubblicare il libro e di non intervenire sulla scrittura di Dario, lasciandola così com’è, sincopata, con poca o nessuna punteggiatura, fatta di una grammatica semplice e personale, ma capace di restituirci i pensieri nella loro assoluta sincerità e di rivelarci un mondo profondo e oggi insospettabile. Il nostro intervento si è limitato ad asciugare qualche ridondanza e a ordinare per temi il flusso narrativo di Dario d’Albora.
DARIO D’ALBORA, è nato nel 1971 a Napoli dove vive. Da autistico, vuole trasmettere il messaggio delle possibilità espressive e comunicative che emergono anche con una condizione neuro-cognitiva con difficoltà nella comunicazione verbale, nonostante atteggiamenti molto finalizzati e alcuni comportamenti ripetitivi. Dopo aver conseguito una laurea in psicologia, ha voluto scrivere per indagare a fondo le identità delle persone che, come lui, sono affette da autismo e la sua visione della condizione. Fa sport, prende parte attivamente alle attività di un centro per ragazzi con disabilità. Ama guardare film e per questo va spesso al cinema con la madre, sua mentore. Gli piace parlare, ma sa anche apprezzare i silenzi, dove si immerge profondamente con tutto il proprio essere. È convinto che il mondo è pieno di una luminosa bellezza che lo ha aiutato a capire cosa sia la vita.
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Napoli è una città che va sfogliata come un libro di pietra, da schiudere e da leggere con occhi sempre nuovi, ogni giorno, perché ogni giorno si possono scoprire angoli che la città custodisce come segreti in uno scrigno di tufo e salsedine. Napoli, nonostante la maschera di metropoli sfacciata sempre sul palcoscenico della vita, è una città che si nasconde e che protegge la sua vera natura. Pietro Treccagnoli, con le sue passeggiate, vi accompagna dove Napoli non è più un luogo comune e dove è meraviglioso smarrirsi.
Pietro Treccagnoli, giornalista, ha lavorato per circa quarant’anni a “Il Mattino” di Napoli, prima di andare in pensione. Attualmente collabora con il “Corriere del Mezzogiorno”. Ha pubblicato una dozzina di libri, quasi tutti su Napoli dove vive. Ama camminare per le strade della sua città.
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Napoli nella sua bellezza e nella sua complessità potrebbe essere paragonata ad un articolato giocattolo creato da Dio. Un giocattolo a cui il Demonio ha poi strappato le istruzioni.
Sergio Zazzera, magistrato in pensione, giornalista con l’hobby delle “cose di Napoli e dintorni”, è autore di varie opere. Per i tipi della Giannini Editore ha pubblicato il numero 1 della collana Sorsi “La parlata napolitana. Istruzioni per l’uso”. Fa parte di 3C, Coordinamento dei Comunicatori della Cultura.
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Le madri hanno segreti che i figli non conoscono. Lorenzo, in seguito alla morte della madre, vive un percorso di rinascita attraverso i ricordi, i segreti di famiglia e un nuovo assetto familiare. Confuso dal padre, Giuseppe, che vuole risposarsi a pochi mesi dalla morte della moglie e cerca di cancellarne il ricordo, Lorenzo scoprirà l’ultimo insegnamento di Rosa, sua madre.
Roberta Scotto Galletta vive a Procida. È artista visiva e lettore forte. Ha pubblicato “La Genìa”, ottenendo la menzione al Premio Calvino nel 2005; “I Viaggi di Giuditta-Una piccola isola scintillante” (Fioranna, 2022).
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Il libro propone uno studio diacronico del movimento religioso dei Testimoni di Geova; lo studio è affrontato da differenti prospettive: sociologica, storica e giuridica. Dal punto di vista sociologico, il testo indaga il tema della marginalità sociale e ne esamina le implicazioni con riferimento all’appartenenza al gruppo religioso discusso. Dal punto di vista storico, propone una riflessione sulle origini americane del gruppo studiato e, per quanto riguarda la sua diffusione in Italia, offre ai lettori una panoramica sul fenomeno del dissenso sviluppatosi nell’ultimo quarantennio. Dal punto di vista giuridico, il volume presenta un’originale proposta per inquadrare nel nostro ordinamento giuridico la prassi di isolamento sociale, sistematicamente promossa dai vertici dei Testimoni di Geova.
Achille AVETA, giornalista e saggista napoletano, da anni è noto per i suoi documentati studi, pubblicati da Giannini Editore, LEV, D. Flaccovio Palermo, ED Napoli e Roma; traduttore dall’inglese per ED Roma e Bologna, ESD Bologna.
Sergio POLLINA, conferenziere e saggista catanese, ha pubblicato sul tema della religiosità alternativa in italiano per Ed. San Paolo, LEV e in spagnolo per Ed. San Paolo; traduttore dall’inglese per ED Roma ed ESD Bologna.
Michele SABINO, avvocato piemontese con particolare competenza in diritto ecclesiastico.
Carlo PIMO è pseudonimo di un ricercatore indipendente, che ha scelto di celare la propria identità per evitare che l’ostracismo geovista interferisca sulle proprie dinamiche familiari, essendo ancora Testimone di Geova; attualmente è attivo in Trentino.
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Un breve ma ambizioso saggio sulla figura ed i molteplici significati filosofici ed antropologici di Pulcinella, per la quale è stata avanzata la richiesta di riconoscimento da parte dell’Unesco di “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”. Pulcinella è una metafora dell’animo umano e delle sue tradizioni storiche e pagane. Non è la fuga dalla realtà perché essa ci è già sfuggita.
Nino Daniele è un noto politico, intellettuale militante, scrittore originario di Napoli. È stato assessore alla cultura e al turismo del Comune di Napoli. È conosciuto per il suo impegno nella promozione della cultura universale di Napoli e per le riflessioni sulla società contemporanea. Autore di svariati libri di approfondimento storico, filosofico e impegno civile.
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Marianna Farnararo De Fusco è la cofondatrice del Santuario di Pompei. A cento anni dalla sua morte, il pronipote Lino, ne ripercorre le vicende anche attraverso i ricordi di famiglia. La vita di quella che è stata una gigante della Chiesa è scandita da tutta una serie di iniziative caritatevoli, sempre al fianco di Caterina Volpicelli (poi divenuta Santa) e di Bartolo Longo, suo mentore e marito, oggi Beato.
LINO ZACCARIA , calabrese di nascita, napoletano d’adozione, giornalista professionista dal 1973, ha lavorato per oltre quarant’anni al “Mattino” di Napoli, da redattore capo. È stato poi vicedirettore di “La Discussione” e collabora ora con varie testate on-line. Esperto in diritto dell’informazione e della comunicazione, è stato consigliere nazionale dell’Ordine e presidente della Commissione Ricorsi, consigliere di amministrazione dell’Istituto di previdenza dei giornalisti (Inpgi). Ha pubblicato numerosi saggi e libri d’inchiesta, storica e contemporanea.
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Pacha Mama è la madre terra, ma è anche ogni madre, con il suo corpo sacro, il suo amore e il suo mistero. Un libro coraggioso, sincero, scientifico, nel quale l’autrice ripercorre le tappe che l’hanno portata a prendere una posizione netta a favore dell’abolizione universale della maternità surrogata. Racconta di come si è imbattuta nel tema complesso e delicato della gestazione per altri; come si sono sviluppati i dibattiti, a tratti anche accesi, tra femministe e come questi abbiano portato a fratture molto dolorose all’interno dello stesso movimento.
Roberta Trucco, nata Genova nel 1966, è femminista e scrittrice. Nel 2019 è uscito il suo primo romanzo Il mio nome è Maria Maddalena (Marlin editore 2019). Ha curato insieme a Cristina Guarnieri il libro Siamo tutti diversi per una teologia queer di Teresa Forcades (Castelvecchi 2016). è autrice delle prefazioni dei libri Nel ventre di un’altra di Laura Corradi (Castelvecchi 2017), de L’uomo creatore di Angela Volpini (Castelvecchi 2016) e di La teologia femminista nella storia di Teresa Forcades (Nutrimenti 2015).
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Nel libro l’Oggetto decorato di Clara Fiorillo vengono analizzati i meccanismi compositivi dell’arte del decorare. L’attenzione è rivolta, in particolare, alle trasformazioni che subiscono i segni grafici nel passaggio dal disegno su carta alle figurazioni sul corpo plastico di un oggetto in ceramica. Si scopre che gli oggetti grandi, come un’opera architettonica, e quelli piccoli, come un oggetto di uso quotidiano, a ben vedere soggiacciono alle medesime regole compositive e ai medesimi principi estetici.
L’indagine parte dalla rilettura degli antichi trattati di Vitruvio, di Francesco Milizia e di Quatremère de Quincy, soffermandosi, in particolare, sulle espressioni capricciose e bizzarre dell’arabesco, per approdare agli scritti sulla decorazione di filosofi e studiosi come Hogarth, Schiller, Semper, Riegl, Šklovskij, Lukács, Benjamin, Barthes, Bachtin, Chastel, Adorno e Pagano.
Le differenti prospettive teoriche e metodologiche assumono corpo ed evidenza, in questo volume, soprattutto attraverso l’analisi dell’opera grafica e ceramica dell’architetto ed artista Geppino Cilento, che ha sperimentato forme, figure e colori nei laboratori di una capitale della ceramica, Vietri sul mare.
Il libro intreccia, dunque, teoria e prassi, per mostrare come il desiderio di decorazione, come scrisse Pagano, sia perennemente moderno ed attuale quando è desiderio di poesia e di bellezza.
Clara Fiorillo è Professore di Scenografia e di Architettura degli interni presso il Dipartimento di Architettura (DiARC) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Fa parte del Collegio dei Docenti del Dottorato in Scienze Filosofiche (Ateneo Federico II di Napoli). Ha ideato, con Geppino Cilento, il TUM! Teatro Universitario Mobile e ha scritto testi per un teatro “didattico”. Ha pubblicato numerosi libri e saggi sul progetto della scena teatrale e sull’architettura e ha collaborato con quotidiani, periodici e riviste scientifiche. Giornalista pubblicista, nel 1978 ha fondato e diretto il periodico meridionale di cultura e attualità femminista Mille e una donna.
Ha operato, inoltre, nel campo della grafica e della ceramica, sperimentando tecniche artistiche di incisione ed ha realizzato manifesti, illustrazioni di libri e di riviste, nonché figure per il teatro d’ombre. Ha pubblicato, infine, due brevi racconti illustrati con i propri disegni. Per la R.A.I. ha realizzato sia programmi radiofonici che televisivi. È autrice del radiodramma C’era una volta la folla (R.A.I. – Radio Due, 1982), poi messo in musica da Livio De Luca e rappresentato come Kammeroper (2003).
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A cura di Salvatore De Rosa
Illustrazioni di Alessandra Messina
“In questo libro si racconta cosa successe a una misera schiava che, senza aver mai portato scarpe ai piedi, volle mettersi una corona in testa. Ma poiché prima o poi tutto si paga, avendo rubato, alla fine fu scoperta e per quanto più in alto era salita, tanto più rovinosamente cadde”.
Salvatore De Rosa, è un professore universitario in pensione, orgogliosamente napoletano. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, attualmente rivolge i suoi interessi allo studio e alla valorizzazione della cultura partenopea. Per contribuire ad una sua maggiore diffusione tra i giovani lettori, ha tradotto Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile in un linguaggio moderno, una raccolta dei testi delle canzoni di scena di Raffaele Viviani e le canzoni di Pino Daniele.