Descrizione

Questo scritto, attraverso lo scandaglio della figura più tormentosa e tormentata del Pentateuco, Mosè, e tramite l’inquadramento della sua vicenda, che è politica a tutti gli effetti ritiene che la «questione Mosè» sia tema di capitale importanza nella misura in cui essa istituisce, per la prima volta in assoluto, gli autonomi ambiti del politico e della teologia politica. Specialmente quest’ultima, intesa come vero e proprio gradiente, permette di cogliere e registrare le oscillazioni della «con – istitutiva» interrelazione tra religioso e politico, domini che, fondando in un’accezione del tutto nuova di nemico, aprono al necessitato svolgimento di illimitato e perenne conflitto che è, in ultima istanza, cifra indelebile della marcia dell’umano.